Gli scorsi 19 e 20 giugno si è tenuta a Milano l’ultima edizione dell’Italian E-commerce Forum, una tra le più autorevoli iniziative per la condivisione di dati e commenti sul commercio elettronico in Italia. La “due giorni” è stata curata dal consorzio Netcomm, nato circa un anno e mezzo fa per promuovere la conoscenza del commercio elettronico e definire standard di qualità dei servizi offerti dagli operatori di questo canale. Vale la pena riportare in questo blog i dati più significativi emersi nel convegno, per comprendere meglio la portata del canale delle vendite on line e consentire alle aziende di apprezzarne in prospettiva potenzialità e benefici.
Le stime dell’Osservatorio del Politecnico di Milano ci dicono che nel 2007 il valore complessivo delle vendite B2C via web ammonterà a 5,3 miliardi di euro: il 30% in più rispetto al fatturato complessivamente raggiunto dal canale nel 2006. Anche se negli ultimi anni ci eravamo abituati a crescite superiori al 40%, il canale e-commerce rimane tuttora l’unico in grado di promettere tassi di crescita a due cifre. Tale incremento, inoltre, rimane superiore a quelli che caratterizzano gli altri paesi europei e gli Stati Uniti.
Il dato complessivo è composto per oltre il 70% dalle vendite dei servizi: turismo (biglietti aerei, viaggi, prenotazioni alberghiere); assicurazioni; Ebay: in questi casi i mezzi di pagamento più utilizzati sono carta di credito e paypal.
Lo scontrino medio (il valore medio di ogni ordine) è di 245€ (nel 2006 era di 212€): con un tasso di conversione medio all’1%, un sito che attira ad esempio 20.000 visitatori unici al giorno (un sito medio) puo’ garantirsi quotidianamente quasi 50.000€ di fatturato: oltre un milione di euro al mese!
La stima sugli internauti sostiene che in Italia ve ne siano circa 27 milioni, di cui 9 che comprano on line. Di questi, 2 milioni sono possessori di una carta di credito (standard o ricaricabile).
Questi dati sommari dimostrano quale sia la portata del canale e-commerce: non più solo una opportunità per le imprese (manifatturiere, commerciali, di servizi), ma una necessità per crescere e per sopravvivere.